San Giorgio ed il drago
I DUE CAPOLAVORI DI Carlo CRIVELLI
Pierluigi Rossi Iommetti
Roma 2014
INDICE
Prefazione . . .Pag. 3
“San Giorgio ed il drago” . . .4
San Giorgio nel Crivelli . . .13
San Giorgio in altri pittori . . .15
La città fortificata in “San Giorgio ed il drago” . . .16
Ricostruzione virtuale del “Polittico di Porto San
Giorgio” . . .17
“La Maddalena” di Montefiore dell’Aso . . .18
Altre Maddalene del Crivelli . . .23
La Maddalena di Amsterdam . . .23
La Maddalena di Londra . . .24
Raffronto tra le “Caterine” e le “Maddalene” . . . 25
“Il Trittico di Montefiore” . . .27
Ricostruzione virtuale del “Polittico di Montefiore” . . .28
APPENDICI . . .29
Vita ed opere di Carlo Crivelli . . .29
Tutte le opere di Carlo Crivelli . . .34
Bibliografia . . .68
Indice . . .70
SOMMARIO - I due ineguagliabili capolavori del Crivelli, secondo la maggior parte dei critici d’arte, sono rappresentati da due splendide tavole: 1) Il “San Giorgio ed il drago”, pannello derivato dallo scomposto “Polittico di Porto San Giorgio” (il polittico capolavoro giovanile), tavola attualmente all'Isabella Steward Gardner Museum di BOSTON (USA) e 2) “La Maddalena di Montefiore”, al momento facente parte del cosiddetto “Trittico di Montefiore”, dapprima sito nella chiesa collegiata di Santa Lucia, attualmente nel Polo museale di San Francesco di MONTEFIORE DELL’ASO (Fermo), trittico nato dall’assemblamento artificioso di 6 dei 10 pannelli principali dell’originario “Polittico di Montefiore”. Secondo i critici italiani il polittico capolavoro della maturità del Crivelli è il "polittico di Sant'Emidio di Ascoli", invece secondo i critici inglesi è la famosa "pala dell'Annunciazione" conservata alla National Gallery di Londra. Qui c’è un raffronto tra tutti i San Giorgi del Crivelli ed i San Giorgi di altri pittori, così come fra tutte le Maddalene e le Sante Caterine del Crivelli. Tali due capolavori, per la loro ineguagliabile bellezza sono stati spesso utilizzati come copertine di molti libri d’arte.
Proprio nel Museo di Boston, ove è ubicata la famosa tavola del "San Giorgio ed il drago", si è svolta con incredibile successo la prima mostra in America su Carlo Crivelli: "Ornament and Illusion: Carlo Crivelli of Venice" 22 october 2015 - 25 January 2016 .
Da pag. 11 da “I due capolavori del Crivelli” di Pierluigi Rossi Iommetti
[San Giorgio del pannello del polittico di Porto San Giorgio (1470)]
...............“E’ un’opera piena di tensione, la cui resa, di eccezionale vigore e realismo, è riferita soprattutto alla testa del cavallo: il terrore che pervade l’animale è espresso magistralmente dall’occhio inquieto e dalle narici frementi. In contrasto si nota la tranquillità del Santo, personaggio più idealizzato, dalle cui labbra schiuse sembra uscire il grido di vittoria sul drago. L’armatura del Santo guerriero è finemente cesellata, così come le bardature ed i finimenti del cavallo; questi in cuoio rosso bordati con borchie ed ornati con placchettature a rilievo in oro, fanno presumere la conoscenza, da parte del Crivelli, della tecnica degli orafi armaioli, visto le così puntuali e raffinate decorazioni” (Chiappini Di Sorio, I., 1999). La fronte del Santo cavaliere è circondata da un diadema dorato con una medaglia centrale sulla quale è conficcata una piuma d’uccello diritta; tali ornamenti del capo, piuttosto fantasiosi, sono una prerogativa originale del Crivelli, che dimostra di essere ben edotto della rinomata arte orafa ascolana dell’epoca. Sullo sfondo si vede la piccola figura della principessa libica (Silene, secondo la leggenda) in atteggiamento orante, che doveva essere la vittima del drago ed una città fortificata che in parte allude alla Rocca Tiepolo di Porto San Giorgio (costruita nel 1276 da Lorenzo Tiepolo, prima governatore di Fermo, successivamente Doge della Serenissima Repubblica di Venezia) ed in parte richiama la cittadella di Kruja (oggi Croia, Albania), ultimo baluardo del patriottismo albanese all’assalto dei Turchi. Si rilevano i caratteristici “massicci camini veneziani a tronco di cono rovesciato, talora addirittura sopra i fortilizi, le altane di legno sovrapposte ai tetti e gli altissimi campanili a cuspide tipici dell’edilizia veneta “(Mariano, F., 1999). “L’impeto creativo dell’artista raggiunge un momento molto alto e, si direbbe, insuperabile nella scena del San Giorgio, dove lo scattante linearismo e l’impeto drammatico rivelano una personalità unica, legata ad un’astrazione formale portata all’estremo, raffinata e violenta assieme. E’ questo, indubbiamente, uno dei capolavori della pittura italiana del Quattrocento, legato al mondo veneto-padovano, ma frutto di una concezione figurativa, di quel mondo astratto e metafisico, isolato nella pittura italiana, che è proprio e solo del Crivelli” (Zampetti P., 1998).
San Giorgio nel Crivelli
Raffronto tra il San Giorgio del pannello del polittico di Porto San Giorgio (1470) ed il San Giorgio della predella della pala di Matelica (1491).
Il San Giorgio del basamento della pala di Matelica, opera più tardiva, anch’esso di incredibile forza, si presenta piuttosto diverso dal San Giorgio giovanile di Porto San Giorgio, anche per le tradizionali caratteristiche, talora addirittura grottesche e caricaturali, spesso usate nelle figure delle storie delle predelle, in una esasperazione espressiva, quasi provocatoria. “Appaiono due aspetti di una fantasia creativa allo stato nascente, ma ugualmente estranei ad ogni credibile realtà. L’artista s’appiglia a suggestioni medievali o meglio bizantine, ma pone immagini e problemi nuovi. Egli appartiene all’umanesimo, ma diverso da quello veneto, come pure da quello toscano. Da quel suo mondo iperbolico il Crivelli estrae un particolare, un frammento di verità e lo trasferisce in ipotesi di realtà, astratta e sfigurata; un mondo soggettivo, dunque inventato, corrispondente ad inquietudini non confessate, a stati d’animo in crisi, in cerca d’una verità nascosta ed irraggiungibile. Egli è culturalmente affine a Cosmè Tura, Marco Zoppo, Giorgio Schiavone, Bartolomeo Vivarini, Nicola d’Ancona, esponenti tutti di quel mondo postpadovano ed «adriatico», partecipi d’un umanesimo diverso” (Zampetti P., 1998) .............